I fichi d’India appartengono alla famiglia delle Cactacee. La loro origine è messicana, e ad importarli nel vecchio Continente sono stati gli spagnoli. Si tratta di un frutto estremamente gustoso, che può essere consumato al naturale, ma anche utilizzato come ingrediente per la preparazione di diversi piatti. Nelle prossime righe, però, vedremo insieme come sono arrivati nel nostro Paese, chi sono i maggiori produttori e tante altre curiosità.
Fichi d’India: la storia
Partiamo dal nome. Nonostante la loro origine americana, i fichi d’India si chiamano in questo modo semplicemente perché quando Cristoforo Colombo approdò a San Salvador nel 1495, credeva di aver scoperto nuove terre delle Indie. Nel 1501 fu Amerigo Vespucci ad accorgersi che non si trattava di terre asiatiche ma di un nuovo continente cui, come risaputo, diede il nome di America. In realtà, però, ancora prima, nell’827, i Saraceni importarono il frutto in Sicilia quando sbarcarono a Mazara.
Infatti, in nessuna altra parte del bacino del Mediterraneo il ficodindia si è diffuso come è accaduto in Sicilia, dove rappresenta sia un elemento costante del paesaggio naturale, ma anche un ingrediente ricorrente sulle tavole e in tutte quelle rappresentazioni letterarie e iconografiche dell’isola.
Ad oggi, il fico d’India è un vero e proprio simbolo della Sicilia, che già nel passato veniva utilizzato come alimento prezioso per l’inizio della giornata lavorativa del contadino.

Basti pensare che, durante il periodo della vendemmia, in tutta l’isola è diventata una tradizione consolidata consumare questi frutti di prima mattina a colazione.
Questo perché un’antica usanza prevedeva che il proprietario della vigna donasse con parsimonia i dolci frutti ai vendemmiatori, con lo scopo di evitare che mangiassero troppa uva durante il raccolto.
Il mercato dei fichi d’India
Il mercato del fico d’India è in costante evoluzione, e la crescita non sembra destinata ad arrestarsi. Parliamo infatti di un frutto che è passato da nicchia a prodotto globale. Basti pensare che negli ultimi 5 anni si stima che le vendite siano cresciute del 10% ogni anno. In Europa Il 70% viene venduto in Italia mentre i restanti paesi destinatari sono: Francia, Spagna, Germania, Belgio, Svizzera e alcuni paesi dell’Est Europa. Ad oggi, la Sicilia è il maggior produttore a livello europeo, considerando che il 90% delle coltivazioni è concentrato proprio sull’isola.
Tra l’altro proprio in Sicilia questo frutto ha avuto ben due riconoscimenti DOP: il Ficodindia dell’Etna DOP e il Ficodindia di San Cono DOP. A livello mondiale, invece, il nostro Paese ricopre la terza posizione. Non è difficile immaginare i motivi di questo successo, dal momento che il fico d’India non è solo buono, ma anche molto salutare perché ha un’alta quantità di fibre che aiutano a regolarizzare l’attività intestinale, oltre a sali minerali e vitamine. Non mancano nemmeno delle buone percentuali di potassio e di antiossidanti. In altre parole, un vero toccasana per l’organismo.